Il Palazzo Vescovile di Bressanone

Sfondo storico

Il Palazzo Vescovile, unitamente al Duomo o al Seminario Maggiore di Bolzano/Bressanone rientra tra una di quelle costruzioni che testimoniano il periodo aureo intellettuale e culturale nonché la ripresa economica di Bressanone nel XVII e XVIII secolo. Quale sede vescovile fino al 1973, residenza amministrativa del principato fino alla secolarizzazione nel 1803 e centro amministrativo della Diocesi fino al rinnovamento della Diocesi di Bolzano-Bressanone nel 1964, storicamente e artisticamente parlando, il Palazzo Vescovile è tra i monumenti architettonici più importanti dell’Alto Adige. Il suo inizio parte dal XIII secolo. Dato che l’antico castello accanto al Duomo nel frattempo era diventato troppo piccolo e poco sicuro, intorno al 1260 il vescovo principe di Bressanone, Bruno von Kirchberg, fece costruire un nuovo castello principesco all’angolo a sudovest delle mura cittadine corredandolo di muri, torri di guardia e fossi d’acqua. I resti sono tuttora visibili a est e a sud. Del “castrum novum“ tuttavia non è rimasto quasi più nulla. Il vescovo principe Andreas d’Austria affascinato dal Rinascimento fece ricostruire il Palazzo Vescovile partendo da zero a fine del XVI secolo. Fino a metà del XVIII secolo l’edificio subì ancora diverse aggiunte e trasformazioni, delle quali sono di particolare rilievo quelle degli anni 1707–1711 sotto il vescovo principe Künigl. Fu lui a dare l’aspetto odierno al Palazzo Vescovile trasformando la residenza principesca in stile rinascimentale in una residenza vescovile barocca. Quando dopo quasi 800 anni l’esercizio del potere secolare da parte dei vescovi ebbe fine con la secolarizzazione del 1803, il Palazzo Vescovile fu incorporato nel patrimonio della Monarchia asburgica, ma dopo 25 anni diventò nuovamente patrimonio della Chiesa. A proposito, in quel periodo il vescovo non dovette mai lasciare la sua residenza. Soltanto in seguito al riordinamento della Diocesi di Bolzano-Bressanone, il Vescovo Gargitter trasferì la sede vescovile a Bolzano. Di conseguenza il Palazzo Vescovile fu ampiamente restaurato nel 1974 e da allora è sede dell’Archivio Diocesano, del Museo dei Presepi e del Museo Diocesano, il quale delinea lo sviluppo dell’arte sacrale e i circa 1000 anni di storia della Diocesi.

 

Descrizione

Molto probabilmente nel cortile interno danno nell’occhio le successioni di arcate a tre piani sul lato nord e sud. Le stesse sono originarie del periodo di Andreas d’Asburgo, che inizialmente progettò di dotare tutti e quattro i lati di loggie. Con le loro colonne quadrate, i loro archi a tutto sesto, le balaustrate e i corridoi aperti sono tenute nel tipico stile rinascimentale. Le figure in terracotta, alte circa 1,5 m, con stemma e medaglioni simbolici sono collocate nelle loro nicchie e riproducono diverse personalità degli antenati del casato Asburgico. A differenza, l’ala est fu realizzata negli anni 1606 e 1607. Anch’essa fu corredata di arcate, ma solo a piano terra. L’ala ovest con i locali di rappresentanza, le cosiddette stanze dell’imperatore e la cappella in mezzo, che fu completata sotto il vescovo principe Künigl in stile barocco. Partendo dal cortile interno spiccano soprattutto il campanile della Cappella di Corte e il suo portone riccamente decorato con i due pilastri laterali. Sulla travatura piegata a gomito troneggia la statua dell’Immacolata con due mastelli. A proposito, lo stemma di marmo, che si trova sotto i suoi piedi, è quello del principe vescovo. L’affresco raffigurante una meridiana sopra di lei, fu realizzato da Kaspar Waldmann.

 

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Annotazioni marginali

Il rinomato scultore Hans Reichle portò a termine tutte e 44 le figure di terracotta, ma dato che delle quattro successioni di arcate originariamente progettate, ne furono realizzate solamente due, alcune figure dovettero essere collocate da un’altra parte. Pertanto, due si trovano davanti all’ingresso del Palazzo Vescovile, otto nel corridoio dell’ala est, due presso il Museo Regionale Tirolese Ferdinandeum di Innsbruck e una ad Augusta, le restanti sette andarono perse. Visto che le figure erano destinate alle nicchie, la loro parte posteriore è rimasta incompiuta. Negli sfarzosi ambienti interni del Palazzo Vescovile, i vescovi principi di Bressanone usavano ricevere ospiti illustri. Oltre agli imperatori e ai papi, ospitarono anche Wolfgang Amadeus Mozart, che durante il suo Viaggio in Italia diede un concerto nella Sala Teatrale in stile barocco. Nel XVII secolo le donne, incolpate di stregonerie, furono portate nel Palazzo Vescovile e torturate così a lungo, finché non ammissero i loro presunti misfatti.

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